Good Life

07.02.2017

L’aumento delle temperature provocato dai cambiamenti climatici potrebbe alzare fino a sette volte i livelli di mercurio nell’ecosistema, lo stesso nel quale vivono i pesci che poi finiscono sulle nostre tavole. Lo dicono ricercatori svedesi ed americani in uno studio pubblicato sulla rivista Sciences Advances, che messo in relazione per la prima volta i cambiamenti del clima e l’esposizione al mercurio. Quest’ultimo è infatti l’nuico metallo liquido a temperatura ambiente ed è uno dei più tossici per l’uomo, tanto che l’Organizzazione mondiale della Sanità lo ha inserito tra le 10 più gravi minacce per la salute se viene ingerito. I danni delle intossicazioni da mercurio sono particolarmente gravi e possono provocare danni al sistema nervoso, digestivo e immunitario, così come a polmoni, reni, pelle e occhi.

Dall’inizio dell’era industriale, la presenza del mercurio nell’ecosistema è cresciuta secondo gli esperti dal 200 al 500 per cento, soprattutto a causa dei carburanti fossili e dell’aumento delle temperature . Nell’emisfero settentrionale la concentrazione di mercurio potrebbe crescere di un ulteriore 300%-600% in base a modalità finora non ipotizzate ed emerse dallo studio dell’università di Umea.

“Con i cambiamenti climatici ci aspettiamo un aumento delle precipitazioni in molte aree dell’emisfero settentrionale, con un conseguente aumento del deflusso delle acque nei mari”, ha spiegato la coautrice dello studio e ricercatrice americana della Rutgers University, Jeffra Schaefer, che ha poi aggiunto: “Questo significa che ci sarà un grande rilascio di mercurio negli ecosistemi costieri che sono i principali luoghi di sostentamento per i pesci che la gente mangia”.

Negli anni si è registrato un impegno a livello internazionale per contenere la minaccia del mercurio, con la Convenzione “Minimata”, dal nome della città giapponese dove nel 1956 venne scoperta una malattia che colpisce il sistema nervoso causata proprio dal mercurio

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 romatoday