Good Life

12.01.2017

Chi si affida alla cucina Kosher, ossia alla dieta ebraica, nella maggior parte dei casi, lo fa non per ragioni religiose, ma salutiste: infatti nell’alimentazione ebraica vi sono più controlli su batteri e impurità. Carne, pesce, formaggi sono sempre tracciati e dall’etichetta trasparente. I controlli meticolosi degli ebrei accontentano le esigenze di chi soffre di intolleranze e allergie che possono avere gravi conseguenze, come lo shock anafilattico.

Ancora, esiste una doppia certificazione chiamata ‘kosher parvé’, che è riferita a quei cibi che non contengono né carne né latte, e che accontentano le esigenze di vegani e vegetariani. Il marchio ‘kasher le Pesach’, invece, è un ottimo avviso per chi deve evitare i lieviti.

Proprio per questi motivi, la dieta ebraica raccoglie sempre più estimatori, e il ministero dello Sviluppo economico ha supportato il progetto dell’Unione delle comunità ebraiche italiane che ha messo su un ente certificatore nazionale con il marchio K.it. Inoltre, entro la fine di giugno, uscirà anche un’app per tablet e smartphone in cui verranno elencati tutti i prodotti italiani kosher con certificazione.

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 romatoday