Good Life

18.02.2015

Spegne ben 95 candeline il quartiere Garbatella. Doveva essere una quartiere popolare, e ospitare gli operai dell’Ostiense. Un anello di congiunzione tra la parte sud di Roma e il mare. L’intuizione vincente fu quella di riempire l’area di verde, tra spazi privati e pubblici. Vincente perché è ancora un quartiere dove si vive bene, talmente bene che ha preso pure una connotazione chic.

A deporre la prima pietra, nel lontano 18 febbraio 1920, fu lo stesso Re Vittorio Emanuele III e veniva ritratto in una foto che celebrava la nascita del quartiere. Voleva prendere spunto dallo stile inglese e tedesco. Venne fuori uno stile simile al barocco con delle figure di animali nei fregi, decorazioni d’ispirazione floreale e botanica, restando. Ma non c’erano i marmi pregiati, gli stucchi e calce bianca. Tutta quella roba da “ricchi”. Nonostante questo il quartiere aveva, e ha tuttora, una sua bellezza unica. Ultimamente il quartiere Garbatalla è divenuto  anche famoso in tutta grazie alla serie televisiva “I Cesaroni”, record di ascolti.

“E’ questa peculiare struttura urbana che rende Garbatella un caso unico nel pur vasto panorama degli insediamenti abitativi della Capitale. Essa – dicono Andrea Catarci, presidente del municipio Roma VIII e Claudio Marotta, assessore alla Cultura del municipio – ha favorito, in ogni momento, una intensa vita comunitaria, con occasioni di incontro nei giardini, nei lotti, nelle osterie, nei siti religiosi, nelle sedi politiche e associative. E’ qui che prendono forma alcuni aspetti chiari ed inequivocabili dell’identità territoriale, a più riprese rintracciabili: il legame con la tradizione popolare romana, l’appartenenza o la contiguità con il mondo operaio, elemento intrinseco e costitutivo, una connotazione culturale marcatamente antifascista, ora istintuale ora più legata ad universi valoriali. Garbatella ha tante bellezze e diverse anime, radici piantate saldamente nel territorio ed occhi orgogliosi per guardare il mondo intero”.

“Nel festeggiare i 95 anni tornano alla mente tanto il ruolo di primo piano spesso svolto nei momenti fondamentali delle vicende cittadine e nazionali, quanto le forme di partecipazione e protagonismo di prim’ordine espresse di continuo. Insieme, il pensiero va ai lunghi 95 anni ed alle attenzioni insufficienti, rispetto a quelle che sarebbero state necessarie, riservate a spazi pubblici e belle palazzine, messi a dura prova dal passare del tempo e dalla vita che vi scorre dentro; alla stringente necessità di approntare subito un Piano straordinario per la riqualificazione e la manutenzione di Garbatella; alla consapevolezza di aver bisogno di qualcosa di più di qualche ritocco e di qualche restyling limitato. Insomma, per i 95 anni non ci si aspettano gli auguri di rito, bensì un impegno fattivo e congiunto di tutti i soggetti istituzionali, dal Governo nazionale all’Ater passando per la Regione Lazio e Roma Capitale, ad avviare immediatamente una fase di cura straordinaria di Garbatella, che intende vivere da protagonista anche la storia dei prossimi 100 anni. Auguri Garbatella”.