Good Life

27.12.2016

La prima causa per cui si ricorre al dermatologo è anche il cruccio del 79-95% dei ragazzi e di circa il 40% degli adulti over 25, ovvero l’acne, la temutissima infiammazione della pelle, che, stando ad una recente ricerca, può essere combattuta anche con una determinata alimentazione.

“Esiste una correlazione diretta tra acne e resistenza all’insulina” – spiega Gabriella Fabbrocini, professore associato di dermatologia dell’Università di Napoli Federico II nella sua relazione al Corso Skineco ‘Acne bye bye’. “In un recente studio pubblicato su Clinical and Experimental Dermatology, abbiamo scoperto che il 35% di maschi con acne e senza problemi di diabete mostrava una alterazione del profilo glicemico con resistenza all’insulina. Quando questi soggetti sono stati sottoposti ad un regime dietetico a basso contenuto di zuccheri è stato riscontrato un miglioramento significativo dello stato delle lesioni acneiche in un periodo di 6 mesi” aggiunge l’esperta che afferma come ridurre la presenza di cibi ad alto indice glicemico nella propria dieta sembri una valida strategia per attenuare la severità delle manifestazioni acneiche.

“Da tempo sappiamo che questa regola protegge anche da sovrappeso, obesità, insulino-resistenza, diabete di tipo II, sindrome dell’ovaio policistico e malattie coronariche e oggi diversi studi hanno confermato che una alimentazione specifica è un valido aiuto per prevenire e migliorare lo stato della più odiata malattia della pelle” – continua la Fabbrocini – “Se dovessimo stilare una dieta specifica contro l’acne dovremmo quindi ripetere per filo e per segno i princìpi base di una sana alimentazione, ma repetita iuvant”.

“È importante contrapporre ad un basso apporto di carboidrati raffinati le giuste quantità di grassi, proteine, glucidi complessi e soprattutto fibre, sali minerali e vitamine, riscoprire il pesce ed i legumi in almeno un paio di occasioni settimanali, limitare il sale e gli alcolici, ed aumentare nel contempo l’apporto di alimenti vegetali (frutta e verdura) arrivando a consumarne almeno 4-5 porzioni al giorno” aggiunge ancora sottolineando come, isieme a quello farmacologico, l’approccio dietetico sia fondamentale: bisogna prediligere cibi a basso indice glicemico, diminuire gli zuccheri raffinati, integrare la dieta con fibre e inositolo ossia la vitamina B7, contenuta nella crusca che è già utilizzato da anni per aumentare la sensibilità all’insulina nelle donne affette da ovaio policistico attraverso una via alternativa.

Lo studio nasce da una collaborazione con l’ endocrinologia della Federico II.

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 romatoday