Good Life

03.07.2017

Chi riesce a dormire solo nel buio più pesto e deve ricorrere alle mascherine sugli occhi per evitare di essere svegliato al minimo raggio di sole, ora sa finalmente a chi attribuire la ‘colpa’.

Una ricerca condotta dal California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena ha analizzato in che modo l’alternanza giorno-notte influenzi direttamente la propensione ad addormentarsi, rilevando una specifica proteina quale responsabile della particolare predisposizione.

Studi passati avevano identificato negli occhi i fotorecettori che captano l’effetto della luce e li trasformano in segnali elettrici, senza però capire come il cervello utilizzasse queste informazioni visive per influenzare il sonno.

Esaminando i pesci zebra, animali che hanno un pattern di sonno/veglia simile a quello dell’uomo e geneticamente modificati per esprimere una certa proteina, chiamata prokineticin 2, i ricercatori hanno scoperto che quelli che avevano l’espressione Prok2 in eccesso tendevano a dormire durante il giorno e rimanevano svegli durante la notte. Prok2 può inibire l’effetto di veglia che la luce ha normalmente, così come l’effetto dell’oscurità di indurre il sonno.
Inoltre i livelli eccessivi di Prok2 hanno anche aumentato i livelli di galanina, che è un neuropeptide individuato di recente nell’ipotalamo anteriore del cervello e che svolge un ruolo chiave nella regolazione del sonno.
Lo studio pare davvero molto interessante, considerando che potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci per indurre, a seconda delle esigenze, sonno o veglia.

In collaborazione con:

 romatoday