Good Life

11.01.2017

In Italia da tempo è sempre più diffuso il pane nero, a base di carbone vegetale, finito nei menu non solo di ristoranti e fast food ma anche dei bar. Il carbone vegetale però è una sostanza classificata come additivo, ossia un colorante, e i produttori ora si interrogano.

Negli Stati Uniti, come ricorda Repubblica, non è autorizzato perché la FDA, la Food and Drug Administration, teme possa avere effetti cancerogeni, in quanto generato da una combustione. Il suo corrisponente europeo, l’EFSA, invece, ritiene che non ci siano rischi.

Pochi giorni fa, come ricorda il quotidiano di Largo Fochetti, Claudio Conti, presidente di Assipann cioè l’associazione dei panificatori di Confcommercio, ha inviato una lettera a tutte le sue sedi provinciali per ricordare “proprio la natura di colorante (E153) di quella sostanza e il fatto che la normativa prevede espressamente che per il pane i prodotti simili l’uso di coloranti è vietato”. Assopanificatori ha chiesto poi un parere ai ministeri della Sanità e dello Sviluppo economico, dai quali entro un mese dovrebbe arrivare una risposta in merito alle norme sugli additivi.

Come scrive Repubblica, “i problemi principali sono due, uno ha a che fare appunto con le norme sugli additivi, l’altro con le dosi, visto che i coloranti non possono superare una certa quantità del prodotto finale”. La questione relativa alle normative sulla produzione non è collegata alla sicurezza di chi consuma il carbone vegetale: “la sostanza è quel che resta del legno, di solito pioppo, bruciato a temperatura elevate e in atmosfera priva di ossigeno”.

Al momento in Europa non sono stati condotti studi per testare se effettivamente l’uso del carbone vegetale sia nocivo per la salute. Marco Silano, direttore del reparto alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto superiore di Sanità, afferma: “Non sono presenti sostanze pericolose in questo carbone. Il pane nero dà probabilmente qualche beneficio all’intestino, anche se non come un integratore” e “non è vero che, come dicono alcuni, sia più digeribile e meno calorico”

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 romatoday