Good Life

30.11.2016

Tentare di sfidare il tempo per arrestare il processo di invecchiamento del quale è lui l’unico detestabile artefice è stato e sempre sarà il chiodo fisso di chi spera di conservare intatto l’aspetto e cerca i più stravaganti rimedi all’inesorabile decadenza strutturale.

La scienza, dal canto suo, contribuisce ad alimentare la speranza di questi fiduciosi Peter Pan con tante ricerche di volta in volta messe a punto e l’ultima trovata la dice lunga su quanto e come il bisogno collettivo aguzzi l’ingegno di queste menti esperte.

Ora, infatti, è uno scambio di sangue tra esseri di età differenti a promettere risultati sorprendenti: sebbene insolito, l’esperimento è stato condotto sui topi e l’infusione di plasma giovane nel corpo di un topo più vecchio sembra aver causato nell’ippocampo (la zona del cervello deputata alla memoria e al ragionamento astratto) di quest’ultimo un’esplosiva crescita di nuovi neuroni.

Ma non solo: il sangue “vecchio” infuso nel topo giovane avrebbe avuto l’effetto opposto, ovvero, l’attenuazione della nascita di nuovi neuroni, all’apparenza più vecchi del loro tempo.

Questi dati dalla portata eccezionale, ovviamente, hanno aperto il varco ad una serie infinita di ricerche ed esperimenti e, non ultima, la possibilità che gli stessi risultati si possano ottenere anche sull’uomo.

Come riporta il sito The Guardian, sono tanti gli scienziati al momento impegnati in questo tipo di ricerca. I passi da fare, ovviamente sono ancora tanti, ma l’idea che una simile tecnica quasi fosse una sorta di “fonte di giovinezza” in un corpo in là con gli anni possa rallentare o addirittura invertire il processo di invecchiamento rimane una prospettiva allettante che certamente varrà gli sforzi di ulteriori esperimenti.

In collaborazione con:

 romatoday