Good Life

29.08.2016

Dal jackpot del SuperEnalotto al pocket money dei migranti al grado del sisma “taroccato”, le assurdità emerse sui social network nelle ore immediate successivamente al sisma, fanno pensare che lo sciacallo non si aggiri solo tra le macerie della case crollate. Tra bufale, accuse generalizzate, proposte (per ora) irrealizzabili, sul web non si parla d’altro, veicolando troppo spesso notizie false o fomentando polemiche senza fondamenti reali.

LA MAGNITUDO – Lascia ad esempio sconcertati la voce che ipotizza una magnitudo falsata dallo Stato per non pagare i risarcimenti ai terremotati. Una bufala che da una parte crea sconcerto, dall’altra mette il dito in una piaga piena di paura e tanto dolore.

I post sui social, soprattutto su Facebook insinuano che l’Istituto Nazionale di Geofisica avrebbe modificato il dato della magnitudo del terremoto. Il motivo? Eccolo, lo spiega un certo Daniele con un post su Facebook: “A pensar male si fa peccato ecc, ma sono andato a guardare anche la legge voluta da Monti per il terremoto dell’Emilia. Se un terremoto supera il 6.1 i danni li paga lo Stato se non li supera li pagano gli enti locali”. Un concetto, questo, ripreso da molti internauti, tra cui Massimo: “All’estero parlano di magnitudo 6.2 -ha scritto su Twitter- per la legge Monti se il sisma non supera 6.1 lo Stato non paga i danni”.

Il riferimento è al decreto legge numero 59 del 15 maggio del 2012, esattamente 5 giorni prima del terremoto in Emilia: fu inferiore a 6.2, Monti stesso con un decreto garantì la copertura al 100% delle spese per la ricostruzione. Non solo: l’articolo di legge che faceva riferimento ai risarcimenti fu soppresso nel 2012.

IL SUPERENALOTTO – Altra bufala è quella del jackpot del SuperEnalotto da destinare alla ricostruzione. L’idea è stata inizialmente lanciata da esponenti politici, su tutti Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Immediato il tam tam sui social con tanto di petizioni su Change.org. La Sisal però è una società privata che ha in mano la lotteria su concessione dello Stato.

IL “POCKET MONEY” – E ancora, altra polemica senza fondamento, è quella del “pocket money” dei migranti. Chi propone ai rifugiati la donazione dei 35 euro giornalieri spesi dallo Governo per l’accoglienza di ognuno di loro, dimentica che nelle loro tasche finiscono appena 2,5 euro. Il resto viene speso per tutto quel che serve all’ospitalità: affitto dei locali per i centri e gestione degli stessi.

In collaborazione con:

 romatoday