Good Life

04.11.2017

Nelle zone mediterranee, con clima caldo e secco, la preparazione dell’uvetta ha radici molto antiche. L’uva viene raccolta ben matura, poi, ancora in campo, viene essiccata. Secondo il metodo più tradizionale i grappoli sono sparsi su grandi teli e lasciati al sole due settimane circa. L’uvetta ricavata con questa procedura è più costosa e più scura. Per ridurre i tempi di lavorazione di una settimana, e prevenire il rischio che gli acini si danneggino, i grappoli appena raccolti sono immersi in una soluzione d’acqua, olio di oliva e carbonato di potassio per accelerare la disidratazione. Quando il contenuto d’acqua è ridotto circa dell’80%, l’uva viene trasportata ai centri di lavorazione, messa brevemente in congelatori per eliminare i parassiti, quindi lavata, lasciata asciugare, immersa in un bagno d’olio, per evitare che gli acini si incollino, e infine confezionata. Per ottenere un chilo di uvette servono più di quattro chili di uva fresca. L’uvetta è una buona fonte di diversi minerali, in particolare potassio, ferro e rame. Fornisce una quantità elevata di fibre solubili e, in particolare, di frutto-oligosaccaridi, tra cui l’inulina, capace di regolare l’assorbimento dei principi nutritivi e di sostenere la flora intestinale benefica. Contiene, inoltre, diversi fenoli dal potere antiossidante e antinvecchiamento. È ottima per la merenda dei bambini e per gli sportivi, mescolata ad altra frutta secca, per esempio fichi e susine, ed eventualmente a piccole quantità di semi oleosi, come noci e nocciole. Sostituisce lo zucchero nelle diete alcalinizzanti, perché, a differenza di quest’ultimo, non è acidificante. È ottima per la prevenzione dell’osteoporosi, durante la gravidanza e l’allattamento. Inoltre è ottima per l’intestino. Ne bastano 30 grammi al giorno per sfruttarne gli effetti benefici.